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GLI STRUMENTI PER
LA SPETTROSCOPIA
Lo strumento principe dell'indagine
spettroscopica è ovviamente lo spettroscopio, il cui componente principale è
l'elemento dispersivo, quello che disperde un raggio di luce bianca nei colori
dell'iride.Tale elemento può essere fondamentalmente un
prisma o un reticolo di diffrazione,
anche se negli spettroscopi professionali possono entrare altri componenti più
sofisticati, come quelli che uniscono prismi e reticoli (cd."Grism) ovvero più
reticoli.Cominceremo quindi con l'accennare alle caratteristiche principali
di ciascuno di tali componenti.
Prismi e Reticoli di diffrazione
a)
La dispersione della luce con un prisma
La luce del sole (e di molte altre stelle stelle) è luce bianca e
va quindi dispersa in tutte le sue componenti monocromatiche, dal
violetto al rosso.Il modo più semplice e più usato in passato per
ottenere ciò è quello di usare un prisma, sfruttando il principio della
rifrazione, in base al quale quando la luce passa attraverso un prisma
le lunghezze d’onda più lunghe (parte rossa dello spettro) vengono
rifratte in misura diversa e subiscono una deviazione con un angolo
inferiore di quelle più corte (blu-violetto.Dal punto di vista
dell’indagine spettroscopica, il prisma presenta tuttavia un serio
inconveniente:pur possedendo un'ottima efficienza, la sua dispersione spettrale è piuttosto limitata
e,cosa ancora più importante, è non lineare, in quanto
proporzionalmente minore nella parte rossa dello spettro rispetto a
quella blu-violetto: lo spettro blu-violetto avrà quindi un’estensione
(ed una risoluzione)
maggiore di quello rosso.I primi spettroscopi usarono i prismi,mentre
quelli attuali quasi esclusivamente reticoli di diffrazione, ovvero
elementi compositi di reticoli e prismi o più reticoli.
b) La diffrazione con reticolo
Una breve premessa sulla natura della diffrazione della luce,
sulla quale si basa la costruzione dei reticoli.La diffrazione è
un fenomeno basato sulla stessa natura ondulatoria della luce e
consiste nella deviazione rispetto alla propagazione in linea
retta che un’onda presenta quando incontra un ostacolo: se
consideriamo la diffrazione che avviene col passaggio di un
fascio di luce attraverso due fenditure, esistono regioni dove
si crea un interferenza costruttiva, e regioni dove si crea un
interferenza distruttiva.L’interferenza costruttiva avviene ad
angoli diversi a seconda delle diverse lunghezze d’onda (colori).Tale
concetto può esser generalizzato per n fenditure, e le linee o
scanalature del reticolo possono essere assimilate a delle
fenditure: maggiore quindi sarà il numero delle linee per mm del
reticolo e maggiore sarà la dispersione che esso, a parità di
altre condizioni, potrà fornire.Si può quindi definire in ultima
analisi il reticolo di diffrazione come
quello strumento capace di trasmettere o
riflettere o (a seconda che sia a trasmissione o a riflessione )
le diverse lunghezze d’onda di una sorgente di luce
policromatica in diversi angoli di diffrazione.Il
fascio di luce incidente su un reticolo è in parte trasmesso o
riflesso (Ordine 0) ed in parte diffratto più volte sia a
destra che a sinistra del raggio stesso, secondo i vari ordini
di diffrazione (che non sono altro che i picchi di energia
luminosa diffratta),che prendono numeri negativi e positivi.
L’ordine 1 è quello nel quale il fascio diffratto presenta la
maggiore energia relativa, mentre negli altri man mano questa
decresce.Il reticolo ha quindi una dispersione
spettrale (e quindi un potere risolutivo) nettamente superiore a quella dei prismi ed una
linearità di dispersione che questi non hanno, motivo per cui
chi abbia un interesse non transitorio per la spettroscopia
dovrà rivolgersi a strumenti a reticolo.
Ulteriori approfondimenti sui vari tipi di reticoli di diffrazione
e sul loro funzionamento possono
essere effettuati, in italiano, al link del Sito web di Fulvio
Mete:
http://www.lightfrominfinity.org/spettroscopia.htm
Per gli approfondimenti teorici correlati sui fondamenti delll'
interferenza si può consultare il lavoro di Enrique Campitelli
al link:
http://www.ecampitelli.com.ar/Ingles/Contents.php
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Gli Spettroscopi
Spettroscopi a due ottiche
Premesso che esistono vari tipi di spettroscopi, a prismi, a reticolo,
formati da entrambi i componenti o da più reticoli, parlerò , per
comodità espositiva, di quello che presenta la massima efficienza in
rapporto anche alla facilità di progetto e costruzione: lo spettroscopio
a reticolo di diffrazione con ottica di collimazione e osservazione
separate .Gli elementi necessari da considerare nel progetto per la costruzione di
uno spettroscopio amatoriale a reticolo tipo sono essenzialmente
quattro: il reticolo, la fenditura, l’ottica collimatrice, l’ottica
della camera o di osservazione.A questi quattro elementi fondamentali
deve aggiungersi il box contenete il reticolo, col sistema meccanico di
movimentazione del reticolo, ovvero quello che permette il basculamento dello stesso sul
proprio asse, in modo da poter esplorare tutto lo spettro di un dato
ordine.
Del reticolo si è discusso in
precedenza: preciso soltanto che intenderò riferirmi in seguito
ai reticoli a riflessione, che sono quelli da me usati nei miei
spettroscopi, passo ora a parlare della fenditura.
La
fenditura assolve l’importante
funzione di costituire l’apertura di entrata di uno
spettroscopio e di garantire l’omogeneità della radiazione in
ingresso che arriva al mezzo di dispersione (prisma o reticolo)
per tramite del collimatore.Per assolvere in modo ottimale
questa funzione è necessario che le lame della fenditura siano
lavorate a tolleranze ottiche, siano perfettamente parallele, e
la loro distanza reciproca sia regolabile, come un diaframma.La
distanza tra le lame varia a seconda dell'uso cui è destinato lo
spettroscopio (solare o stellare) e della focale delle
ottiche,in genere più chiusa è la fenditura, migliore è la
risoluzione dell'immagine spettrale risultante.In alcuni casi di
applicazioni solari raggiunge 1/100 di mm.Per l'ottenimento di
immagini , visuali o CCD nitide delle righe è imperativo che la
fenditura sia posta esattamente sul punto di fuoco del
collimatore.L'autocostruzione di una fenditura fissa, per quanto
difficile, non è impossibile, a patto di usare gli opportuni
accorgimenti: quella di una fenditura con le lame regolabili
nella reciproca distanza è, invece sconsigliabile per il comune
amatore che non abbia pratica di lavorazione dei metalli ed una
officina a disposizione.
L’0ttica di collimazione o collimatore
è l’elemento di uno spettroscopio la cui funzione è
di rendere parallelo il fascio ottico da inviare al reticolo,
ossia di collimarlo.In pratica si tratta (se costituito da
sistemi a lenti) di un cannocchiale sistemato all’incontrario,
il cui obiettivo è rivolto verso il reticolo e sul cui
focheggiatore è alloggiata la fenditura: è necessario inoltre
che quest’ultima sia posta esattamente sul fuoco dell’obiettivo.Si
possono usare vantaggiosamente, in caso di ottiche di
focale medio-corta, obiettivi fotografici e obiettivi per
fotocopia , che hanno il vantaggio di un campo corretto, e
questi ultimi, un campo piano ed un prezzo estremamente
vantaggioso.Per le focali lunghe è, invece comodo l'uso di
rifrattori di piccolo diametro (50-80 mm) e focale di 500-900 mm al fine
di non rendere eccessivo il peso e l'ingombro dello strumento.Ovviamente
il diametro dell'obiettivo andrà scelto in funzione del diametro
o della diagonale del reticolo usato, in modo da illuminarlo
completamente.
L’ottica di osservazione
ha la funzione di ingrandire il fascio
parallelo diffratto proveniente dal reticolo, ossia lo
spettro, ed osservarlo tramite un oculare o riprenderlo
con una camera CCD, webcam, digicam o quant’altro.Il
diametro dovrebbe essere pari alla diagonale del
reticolo, od anche poco inferiore, mentre la lunghezza
focale sarebbe opportuno fosse pari o al massimo
leggermente superiore a quella del collimatore.Anche qui
vale il discorso fatto in precedenza circa l'uso degli
obiettivi fotografici e per fotocopia, vantaggioso nelle
corte focali.
Il box, ovvero la
scatola nella quale si trova il reticolo di diffrazione,
che deve basculare sul proprio asse per permettere
l'osservazione di tutto lo spettro , dal violetto al
rosso profondo.Particolare attenzione va posta al
sistema di movimentazione del reticolo che, specie in
spettroscopi con ottiche a lunga focale e quindi elevata
risoluzione deve essere necessariamente micrometrico.
Semplici esempi di
spettroscopi autocostrubili con ottiche di modesta
focale.Notare il fascio ottico collimato che raggiunge
il reticolo dall'ottica di collimazione e che da questo
è inviato, diffratto , sotto forma di spettro, al
cannocchiale di osservazione.
Vari tipi di progetti analoghi di spettroscopi,solari, stellari o multifunzione,
come CLAUS, HIRSS e HIRSS2
di Fulvio Mete , e MERIS,
LHIRES 2 e 3 di Cristian Buil, possono essere visualizzati ai
seguenti link:
http://www.lightfrominfinity.org/ (Fulvio
Mete, in
Italiano e in inglese)
http://www.astrosurf.com/buil/
(Cristian Buil,in Francese ed Inglese)
http://www.astroman.fsnet.co.uk/spectro.htm
(Maurice Gavin, In Inglese)
Al link sottoindicato è riportato un breve report sulla
autocostruzione di una fenditura riflettente per
spettroscopi dotati di un modulo di guida
Fenditura riflettente
Spettroscopi autocollimanti o di Littrow
Esistono, oltre ai tipi predetti, altri tipi di
spettroscopi, detti "autocollimanti" in quanto la stessa
ottica funge sia da collimatore che da obiettivo di
osservazione o della camera Tale strumento è
generalmente costituito da un "tubo" recante ad una delle
estremità la camera fotografica ed all'altra un
obiettivo a lente e, dopo di questo, un reticolo a
riflessione . La luce viene introdotta nello strumento
per mezzo di una fenditura situata su un lato del tubo
e, riflessa a 90° da un piccolo prisma a riflessione
totale, attraversa tutta la lunghezza dello
spettroscopio per andare sulla lente, che trasforma il
fascio di raggi provenienti dalla fenditura in un fascio
di raggi paralleli che, dopo aver inciso sul reticolo a riflessione,
vengono poi riflessi indietro verso la lente stessa e fatti
convergere da questa su di un oculare ovvero sulla camera situata all'altra
estremità dello strumento. Si tratta quindi di uno
spettroscopio a doppio passaggio.Il problema di tali
strumenti è dato dai riflessi e dalla luce diffusa che
inevitabilmente si crea all'interno e che risulta molto
dannosa, se non ben controllata con opportuni diaframmi,
specie nelle osservazioni dello spettro solare.Un setup
analogo può essere creato anche con obiettivi a
specchio, ponendo sul fuoco del medesimo ,al centro il
reticolo ed ai lati la fenditura ed il portaoculari
,posti dalla parte opposta e simmetricamente rispetto al
reticolo stesso.
Schema di uno spettroscopio autocollimante
Sussiste, tuttavia, la possibilità di ridurre
notevolmente i riflessi interni di un sistema
autocollimante, oltre che con opportuni diaframmi, anche
col decentramento fuori asse della fenditura e/o
dell'oculare e della camera, con un portaoculare
decentrabile.E' questo appunto quanto da me effettuato
in uno spettroscopio solare ad altissima risoluzione
(VHIRSS), il cui disegno costruttivo è di seguito
riportato.Lo spettroscopio vero e proprio, come si può
notare nella figura, è costituito dal rifrattore Orion
80/600, mentre il rifrattore 70/500 assolve
esclusivamente il compito di inviare la luce solare
sulla fenditura.
Schema costruttivo dello spettroscopio solare
autocollimante VHIRSS di Fulvio Mete
I dettagli costruttivi dello strumento sono rinvenibili
al link:
http://www.lightfrominfinity.org/VHIRSS/VHIRSS.htm
Un tipo particolare di spettroscopio autocollimante
e, privo di ottiche, è quello costruito intorno ad un
reticolo di diffrazione concavo, che possiede una
propria focale e che quindi riceve dalla fenditura un
fascio ottico e contemporaneamente lo focalizza sulla
camera o l'oculare.Il principale difetto di tale
soluzione, oltre ad un certo tipo di aberrazioni, è
quello che i reticoli in questione hanno un costo
notevole.
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Gli Spettroelioscopi
Un particolare tipo di spettroscopio solare è lo
spettroelioscopio :esso è uno strumento che permette
l'osservazione del disco solare in luce monocromatica, ad una
lunghezza d'onda corrispondente ad uno qualsiasi degli
elementi presenti nelle righe dello spettro solare.In pratica,
svolge la medesima funzione dei costosissimi filtri
interferenziali a banda strettissima, come quelli in luce Ha,
con la differenza di poter effettuare le osservazioni in tutte
le lunghezze d'onda , come se riunisse in un solo strumento tanti
filtri quanti sono i principali elementi dello spettro
solare (Ha, Hb, Ca, He,Na...etc).Esso è in pratica uno
spettroscopio ad altissima risoluzione collegato ad un
telescopio a lunga focale, normalmente a rifrazione.Il principio
di funzionamento è in teoria piuttosto semplice: la luce solare
che arriva dal telescopio allo strumento è fatta cadere su una
fenditura , detta di ingresso, sulla quale è focheggiata
un'ottica a lunga focale(a specchio o a lente) che funge da
collimatore e che manda un
fascio collimato ad un reticolo di diffrazione,in genere di
elevato potere risolutivo, il quale a sua volta invia, per
tramite di un' altra ottica a lunga focale, un fascio
ottico diffratto ad una seconda fenditura, detta di uscita, la
quale provvede ad isolare la riga corrispondente alla lunghezza
d'onda dell'elemento nella cui luce intendiamo
osservare.Un dispositivo ottico- meccanico di una certa
complessità, consistente in un prisma od un disco rotante, detto
sintetizzatore, provvede infine ad effettuare una scansione ed a
formare sull'occhio dell'osservatore o sul sensore della camera
un'immagine completa del contenuto della riga esaminata, ovvero
del disco solare in quella lunghezza d'onda.Anche se può
sembrare strano, infatti,negli spettroscopi ad elevata
risoluzione alcune righe spettrali (come la Ha) hanno dimensioni
notevoli, e si può apprezzare quello che c'è
dentro la riga, ossia l'immagine del
sole in quella lunghezza d'onda.L'inconveniente
di tali strumenti per la costruzione in ambito amatoriale è il
loro ingombro e peso, che spesso ne sconsigliano l'uso su
montature equatoriali, ricorrendo a collocazioni fisse
alimentate da un celostata.
Ottime fonti di informazione sugli spettroelioscopi sono i
seguenti siti web:
http://www.astrosurf.com/spectrohelio/shg1.php ( Phil
Rousselle,In
francese ed Inglese)
http://www.spectrohelioscope.org/net/
(Fred Veio e Chris Westland In Inglese)
Uno specifico testo sull'argomento di F. Veio, in inglese, è
rinvenibile al link:
http://www.spectrohelioscope.org/net/spectro_helioscope.pdf
A fianco agli spettroelioscopi classici si è venuto negli ultimi
tempi evolvendo tra gli amatori un diverso tipo di spettroelioscopio,che
potremmo chiamare digitale,simile
ad uno spettroelioscopio
tradizionale come progetto, ma
privo del sintetizzatore e molto più compatto, che
effettua una scansione del sole in una
data lunghezza d'onda con una telecamera CCD ricostruendo
poi dal filmato della scansione un' immagine via
software.Si evita così la costruzione del complesso
ottico-meccanico-elettronico noto come sintetizzatore, al prezzo
di una qualità di immagine alquanto inferiore, ma spesso
comunque soddisfacente, e di un peso ed ingombro notevolmente
inferiori, al punto di poter usare lo strumento su di una
normale montatura equatoriale commerciale.
esempi di tale ultimo strumento sono rinvenibili in italiano al link:
http://www.lightfrominfinity.org/Hirss2%20spettroelioscopio/hirss2_spettroelioscopio.htm
http://www.lightfrominfinity.org/Hirss%20Spettroelioscopio/hirss%20spettroelioscopio.htm
I reticoli a trasmissione per uso stellare
Dopo aver parlato di strumenti di una certa complessità, non
facili da costruire senza un minimo di conoscenza ed abilità
tecnica, ovvero, se acquistati, di un costo non trascurabile, è
il caso ora di accennare allo strumento più semplice, meno
costoso e più facile da usare per la sola spettroscopia stellare
e di DSO.Si tratta di semplici reticoli
a trasmissione,da 100 o 200 l/mm da avvitare
sull'oculare in caso di osservazione, o sulla camera CCD in caso
di ripresa.Contrariamente a quello che potrebbe sembrare a prima
vista, detti reticoli, del tutto simili ad un filtro da 31,8 mm,
di costo intorno ai 100 €, quindi alla portata di tutte le
tasche, costituiscono un potente strumento di indagine
spettroscopica, e ciò per i seguenti motivi:
- Essi mostrano , contrariamente agli spettroscopi a
riflessione, quasi l'intero spettro della stella osservata (ciò
in dipendenza della focale) con l'ordine 0 (l'immagine
della stella stessa) al centro, e, a destra e sinistra, gli
spettri dei vari ordini, positivi e negativi, primi tra tutti
quello +1,nel quale si convoglia la massima parte dell'energia
spettrale.Nella figura che segue si può osservare quello che
accade allorquando si fa passare un raggio laser attraverso un
reticolo a trasmissione.E' quindi possibile, con le camere dotate di doppio
sensore, o quelle interlacciate che riprendono e guidano
contemporaneamente, guidare sull'immagine della stella mentre se
ne riprende lo spettro, raggiungendo così magnitudini anche
elevate, compatibilmente con l'apertura dell'ottica utilizzata.
Inoltre:
-Non c'è bisogno di mantenere la stella su una fenditura di
pochi micron (compito piuttosto difficile anche per ottime
montature equatoriali), dato che questa non esiste.
-E' possibile riprendere nello stesso frame più spettri di
stelle diverse, da usare eventualmente come spettri di
confronto.
-Si può usare per la calibrazione dello spettro anche l'immagine
della stella di ordine 0.
-Se anteposti ad un obiettivo di corta focale di una
reflex digitale,tali reticoli permettono di riprendere lo spettro delle stelle e di
altri oggetti su di ampi campi stellari.
Il lato negativo più importante è che la risoluzione spettrale è
bassa, quindi tale tipo di reticoli non possono essere usati per
applicazioni spettroscopiche di un certo livello
nè, ovviamente, per il sole, dove
l'immagine di ordine 0 è la stessa immagine solare che potrebbe
accecare l'incauto osservatore.
Un reticolo a trasmissione
commerciale da 100 l/mm
Un esempio di come appare lo spettro di una stella col reticolo
in questione a media risoluzione in una camera CCD è il
seguente:notare l'immagine reale della stella a destra e lo spettro
di ordine +1 a sinistra.
Esempi dell'uso e della resa di tali reticoli sono
riportati ai link:
http://www.lightfrominfinity.org/Star%20Analyser/Star%20Analyser.htm
http://www.astrosurf.com/buil/staranalyser/obs.htm
Al link sottoindicato è invece riportato un tutorial sull'uso dello Star Analyser in modo da ottenere
risultati immediati in modo relativamente semplice con l'uso del
software freeware Visual Spec
http://www.lightfrominfinity.org/Invito%20alla%20spettroscopia/Invito%20alla%20Spettroscopia.pdf
Fonti di approvvigionamento
di reticoli di diffrazione ed altro materiale utile per la
costruzione di spettroscopi:
ThorLabs Inc.
http://www.thorlabs.com/
Edmund Industrial Optics
http://www.edmundoptics.com/DE
Oriel Instruments
http://www.oriel.com/
Newport
http://www.newport.com/
Spectrogon
http://www.spectrogon.com/
Jobin-Yvon
http://www.jobinyvon.com/usadivisions/OOS/
Opto_Mechanics
http://www.opto-mechanics.co.uk/
Materiale di
surplus
Surplushed
http://www.surplusshed.com/
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