Home
| |
SPETTROSCOPIA DI
LUNA E PIANETI
Essendo la luce lunare
quella del sole riflessa dalla superficie del satellite, la prima conseguenza è
che il suo spettro equivale a quello solare meno le lunghezze d'onda che
vengono assorbite e non riflesse dalle rocce lunari.Applicando i principi della
spettroscopia a riflessione sarebbe quindi teoricamente possibile analizzare la
diversa composizione del suolo lunare, ovvero scoprire tracce d'acqua ai suoi
poli.Si ipotizza inoltre anche la ricerca spettroscopica di TLP (Fenomeni Lunari
Transienti)per mezzo della spettroscopia.Tuttavia tale ambito di ricerca appare
piuttosto difficile per l'astrofilo, stante l'elevata risoluzione necessaria e
la qualità costruttiva degli strumenti da usare,anche per i problemi di luce
diffusa che distorcono ed attenuano le righe di assorbimento.A tali compiti sono
infatti normalmente destinati strumenti professionali alloggiati su satelliti e
specializzati in spettroscopia in bande esotiche, quali IR ed X, al di fuori
della portata dell'appassionato di astronomia.
Un altro interessante campo di
applicazione sugli spettri lunari è quello della spettroscopia della Luna in
Eclisse, particolarmente utile per definire la composizione degli strati alti
della nostra atmosfera.Un interessante esperimento al riguardo è stato
effettuato dal Prof. Roberto Nesci del Dipartimento di Fisica dell'Università di
Roma, nel quadro del programma didattico TACOR in occasione dell'eclisse di luna
del 15 giugno 2011, i cui risultati sono visibili al link:
http://astro1.phys.uniroma1.it/nesci/eclisse_luna_2011/eclisse.html
Altrettanto complessa
si dimostra la spettroscopia dei pianeti del sistema solare, i cui più
comuni costituenti atmosferici sono: idrogeno, elio, anidride carbonica, azoto,
ammoniaca e metano. Alcuni di questi composti assorbono principalmente
nell’infrarosso e questo ostacola le esperienze volte all’osservazione di
spettri nel visibile.Quindi anche in tale ambito applicativo la spettroscopia
infrarossa , da 3 a 8 micron, fa da padrona.Nell'atmosfera
di Giove, ad esempio,l'ammoniaca, (NH3) è il quarto componente in scala
di abbondanza, dopo Idrogeno (H2), Elio (He) e Metano (CH4).Le osservazioni
degli spettri del pianeta a 3, 5 e 10 micron ci danno, ad esempio , molte
informazioni sulla presenza di nubi di ammoniaca ghiacciata nella sua
atmosfera.Ancora, l'osservazione spettroscopica di Saturno a 3 micron ci
dà informazioni preziose sulla presenza di PH3 (fosfina) , che emette
particolarmente a questa lunghezza d'onda. Sfortunatamente, tali osservazioni
sono possibili solo da satelliti, in quanto l'atmosfera terrestre,
essenzialmente per effetto dell'assorbimento del vapore acqueo atmosferico, non
permette il passaggio di tali lunghezze d'onda.
Ciononostante, esistono alcune
applicazioni alla portata di strumentazioni amatoriali di sufficiente potere
risolutivo: ad esempio lo spostamento doppler delle righe di assorbimento nel
visibile dello
spettro dei pianeti più grandieper
effetto della velocità di rotazione
del pianeta.E' il caso dell'ottimo lavoro svolto dall'astrofilo Paolo
Berardi sulla determinazione della velocità di Saturno tramite
l'osservazione dell'effetto doppler delle righe spettrali con un ottica Schmidt
Cassegrain da 235 mm , uno spettroscopio commerciale LHires III
ed una camera CCD.La procedura usata dall'autore è stata la seguente:
Si colloca la fenditura dello spettroscopio sul disco
apparente del pianeta come nel seguente schema:
lo spettro risultante sarà composto da una banda
centrale, ovvero lo spettro del globo, e da due bande adiacenti più
strette che rappresentano lo spettro prodotto degli anelli.
|
Per la
rotazione attorno all'asse polare, lo spettro preso in queste
condizioni mostra le variazioni di velocità radiale con uno
spostamento verso il blu dell'emisfero in avvicinamento, verso il
rosso di quello che si allontana da noi. In corrispondenza del
centro la velocità radiale dovuta alla rotazione del pianeta e'
nulla essendo lo spostamento perpendicolare alla linea di vista.
In
conseguenza di ciò le righe di assorbimento della luce solare
riflessa dal disco di Saturno risultano inclinate. L'angolo di inclinazione e'
dipendente dalla dispersione dello spettro e, in misura minore,
dalle condizioni geometriche del sistema Terra-Saturno-Sole.
Misurando l'ampiezza dello spostamento delle righe in corrispondenza
dei lembi si ottengono informazioni sulla velocità di rotazione del
pianeta. Analogamente può essere studiata la velocità delle
particelle costituenti il sistema di anelli.
Elaborazione dati e risultati
Il pre-trattamento delle immagini viene svolto nel modo
usuale tuttavia, a causa del particolare schema
costruttivo dello spettroscopio Lhires III, e'
necessario un ulteriore trattamento dei frames per la
correzione geometrica dello spettro. Ecco quanto viene
fuori al termine delle elaborazioni, con una media di 26
frames da 30 secondi di esposizione ciascuno:
L'inclinazione delle righe di assorbimento per effetto
Doppler e' ben visibile, come anche la particolare
deviazione sulla zona degli anelli. Alcune delle righe
più marcate sono prodotte da elementi chimici quali
Calcio e Berillio presenti nel Sole. Lo spettro di
Saturno e' stato sovrapposto a quello della lampada di
calibrazione al neon che ha prodotto le tre righe di
emissione visibili sopra e sotto.
Questo e' invece lo spettro della regione attorno alla
riga h-alfa. E' ottenuto con la media di 21 frames da 30
secondi di esposizione ciascuno:
Sono immediatamente distinguibili le righe di
assorbimento della luce solare riflessa da Saturno da
quelle telluriche. Le righe telluriche sono
perfettamente verticali (non manifestano alcun effetto
Doppler) trattandosi di assorbimenti operati dalle
molecole di ossigeno e vapore acqueo nella nostra
atmosfera.
Torniamo allo spettro da utilizzare per il nostro
lavoro. Il primo passo e' quello di conoscere la scala
dello spettro. Grazie alle righe del neon ricaviamo il
valore di 0.0925 A/pixel. Adesso e' possibile misurare
l'intervallo di lunghezza d'onda ai lembi del globo di
Saturno, che corrisponde allo spostamento totale (blu
shift + red shift) per effetto Doppler.
Sia le righe, ma soprattutto i bordi dello spettro in
corrispondenza dei lembi del pianeta, non sono netti e
non e' semplice stabilire in maniera univoca il relativo
punto di inizio e fine. Ciò e' dovuto principalmente al
seeing e a piccoli errori di inseguimento durante le
pose. E' conveniente allora effettuare le misure su più
righe e mediare i risultati per minimizzare gli errori.
Sono state scelte sei righe per il globo e tre per gli
anelli.
Riga |
Lambda
(Angstrom) |
Delta_x
(pixel) |
Delta
Lambda
(Angstrom) |
Delta Velocità rad. (Km/s) |
1 |
6103 |
9 |
0,833 |
40,9 |
2 |
6116 |
10 |
0,925 |
45,4 |
3 |
6122 |
9 |
0,833 |
40,8 |
4 |
6137 |
8 |
0,740 |
36,2 |
5 |
6152 |
10 |
0,925 |
45.1 |
6 |
6162 |
9 |
0,833 |
40,5 |
Il valore della velocità radiale per effetto Doppler si
calcola mediante la formula:
dove c e' la velocità della luce, pari a 300000 km/s e
delta Lambda si ottiene moltiplicando delta_x per la
scala. La media dei valori risultanti (ultima colonna)
vale circa 41,5 Km/s. |
Viene spontaneo affermare che, essendo questa la
velocità totale ottenuta sommando il blue-shift e il
red-shift misurati sui due lembi opposti del globo,
basta dividerla per due per ottenere la velocità di un
punto sull'equatore di Saturno. In effetti sarebbe così
se la luce fosse emessa dal pianeta invece, trattandosi
di luce proveniente dal Sole e riflessa dalla sua
superficie, e' soggetta all'effetto Doppler due volte.
Un esempio pratico può essere quello di immaginare al
posto di Saturno uno specchio attraverso cui vediamo il
Sole riflesso. Se in un dato intervallo di tempo lo
specchio si avvicina di una distanza D, il Sole ci
appare più vicino di un valore pari a 2*D. La velocità
apparente di avvicinamento del Sole (v= distanza/tempo)
vale quindi all'incirca il doppio rispetto a quella
dello specchio. L'effetto Doppler a cui e' soggetta la
superficie di Saturno opera con lo stesso principio.
Dunque la velocità effettiva vale circa 1/4 del valore
trovato, ovvero 10,4 Km/s. |
Si è già detto che l'entità dell'inclinazione delle
righe di assorbimento di Saturno e' funzione anche della
geometria del sistema Terra-pianeta-Sole. Il fattore 4
tra velocità effettiva sull'equatore e velocità misurata
sulla base del Doppler ai lembi opposti, e' corretto
solo nel caso in cui il pianeta sia esattamente in
opposizione e con gli anelli di taglio. Se gli anelli
non si presentano di taglio, quella che rileviamo non e'
la velocità reale ma la proiezione della velocità di
rotazione sulla linea di vista.
L'angolo indicato (delta) rappresenta la declinazione
della terra osservata da Saturno e può essere facilmente
calcolato grazie alla misura del semiasse minore e
maggiore osservato degli anelli, il cui rapporto e'
uguale al seno dell'angolo. Da un immagine del pianeta
presa nello stesso periodo è stato misurato misurato il
rapporto 41/258 che e' pari a sin (delta), da cui delta
= 9.1°
La velocità trovata in precedenza, 10.4 Km/s, va quindi
corretta dividendo per il coseno dell'angolo:
V reale = Vr osservata / cos (delta) = 10.4 / cos(9.1°)
= 10.5 Km/s.
In questo caso la leggera inclinazione degli anelli non
modifica il dato in modo sostanziale.
Anche questi calcoli sono però approssimati. Per i
motivi visti sopra, ovvero che si sta lavorando con luce
riflessa, entra in gioco anche l'angolo con cui il Sole
colpisce Saturno. Ciò e' definito mediante due angoli,
la declinazione del Sole vista da Saturno e l'angolo al
pianeta tra Terra e Sole.
Se chiamiamo i tre angoli:
delta_t (declinazione della Terra)
delta_s (declinazione del Sole)
alfa (angolo al pianeta tra Terra e Sole)
una formula più precisa che permette di calcolare la
velocità vera a partire da quella totale osservata
(rilevata grazie al Doppler tra i due lembi opposti) e'
la seguente:
Tutti gli angoli vengono forniti dalle effemeridi
sebbene delta_t, come abbiamo visto, può essere rilevato
mediante l'inclinazione degli anelli.
Volendo applicare al nostro caso la formula con delta_t
= 9.1°, delta_s = 7.9°, alfa = 1.7° (dalle effemeridi),
si ottiene:
Il valore, simile a quanto trovato mediante la formula
semplificata (1/4 della velocità radiale complessiva
misurata dal Doppler), indica che non siamo distanti
dalle condizioni di opposizione (con i tre astri
perfettamente allineati) e gli anelli di taglio. Infatti
se poniamo uguali a zero i tre angoli (cos 0 = 1) la
formula diventa:
|
Per
ulteriori approfondimenti sulle messe a punto
strumentali e sull'utilizzo dei dati della velocità di Saturno
ottenuti si rinvia al link:
http://quasar.teoth.it/images/stories/Rotazione_Saturno/sat_spec.htm
|
|
|