Responsabile della Sezione Fulvio Mete  spettroscopia@uai.it

                          

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                   SPETTROSCOPIA STELLARE E DI OGGETTI DEEP SKY

 

Le stelle presentano , analogamente al Sole, uno spettro formato da un continuo solcato da righe scure e questo ci autorizza a pensare che siano dotate di una struttura analoga, con una fotosfera ed una cromosfera. Tuttavia spettro, caratteristiche fisiche e percorso evolutivo possono essere diversi e governati principalmente dalla loro massa.

Già alla fine del 19° secolo,tra il 1862 ed il 1868, l' astrofisico padre Angelo Secchi aveva raccolto lo spettro e catalogato più di 4000 stelle,riscontrando che la maggior parte di esse ricadeva in pochi gruppi spettrali ben distinti tra loro, che classificò in quattro gruppi principali:

  • I - spettro quasi continuo con poche righe, le più intense delle quali dovute all'idrogeno (  stelle bianche o blu come Sirio, Vega, Altair);
  • II - spettro simile a quello solare, caratterizzato, accanto a righe più deboli dell'idrogeno, da una grande quantità di righe  metalliche (sodio, calcio, ferro) e da molte altre sottili ( stelle gialle od arancio come Sole, Capella);
  • III - spettro con molte righe sottili ed anche con righe larghissime e sfumate dette "bande", con tracce di metalli e di idrocarburi ( stelle arancio o rosse come Betelgeuse, Antares, Mira Ceti);
  • IV - spettro con bande dovute al carbonio, ma senza metalli.

La classificazione di Secchi, da principio accolta con grande favore, fu poi sottoposta poi a revisione da grandi astronomi come Sir J. Norman Lockyer ed Edward C. Pickering, ma costituì ugualmente un passo iniziale molto importante, poiché per prima mise in evidenza che il comportamento delle righe spettrali (numero, posizione ed intensità) dipende dal colore della stella.Col perfezionarsi degli spettroscopi apparve infatti che la classificazione di Secchi era troppo ampia Charles Edward Pickering, direttore dell'osservatorio di  Harvard, intraprese la raccolta degli spettri di tutte le stelle fino alla 10-ma magnitudine, Il lavoro di catalogazione fu affidato ai suoi assistenti, tra cui ricordiamo Annie J. Cannon , che dal 1911 al 1914, osservò circa 225.000 spettri addivenendo ad una classificazione che , nella sua armonica semplicità è rimasta,pur con le successive variazioni, fondamentalmente immutata sino ad oggi.

Le classi ,definite con lettere dell'alfabeto, sono :

                                                                 W - O - B - A - F - G -K - M - R - N - S

Ogni classe è stata successivamente suddivisiva in 10 sotto-classi (es. O5, G7, ecc..). Le principali caratteristiche di queste classi sono:

 

 
Classe
Caratteristiche
Temperatura °K
 
W
Stelle di Wolf-Rayet caratterizzate da bande larghe di idrogeno ed elio. Ne esistono due sottoclassi, le WC e Wn, che presentano rispettivamente evidenza di carbonio e azoto.
40.000-50.000 K
 
O
Presenza di forti righe di assorbimento dovuto all' elio ionizzato. Presenza di elio ionizzato e idrogeno.
36000 (O5)
 
B
Crescono le righe dell' idrogeno. Le3 righe dell' elio sono al massimo di intensità in B2, spariscono completamente in B9. Sono visibili le righe del silicio ionizzato, dell' ossigeno ed el magnesio.
28600 (B0)
 
A
Nella classe A0 le righe della serie di Balmer dell' idrogeno mostrano il loro massimo. La riga K del calcio ionizzato cresce su tutta la classe.
10000 (A0) - 8530 (A5)
 
F
Diminuiscono le righe dell' idrogeno , cresce quella del calcio ionizzato. Appaiono le prime righe dei metalli.
7500 (F0) - 6470 (F5)
 
G
E' la classe di appartenenza del Sole (G5). L' idrogeno in ulteriore diminuzione. La riga K del calcio si rafforza. Numerose righe di metalli neutri.
5200 (G0) (*)
 
K
Crescono le righe dei metalli mentre spariscono quelle dell' idrogeno.
4320 (K0) (*)
 
M
Corrispondenti al gruppo III di Secchi. Le bande dell' ossido di titanio, sfumate verso il rosso, crescono per tutta la classe.
3400 (A0) - 2590 (M8)
 
R
Classe intermedia tra G ed N.
 
 
N
Gruppo IV di Secchi Questa classe è caratterizzata dalle bande dei composti del carbonio.
 
 
S
Caratterizzata dalle bande dell' ossido di zirconio
 
 
 
 

(*) temperature valide per le stelle nane. Per le giganti lo spettro ha un andamento diverso dovuto a fenomeni di pressione.

Nella figura sottostante sono riportati alcuni spettri-tipo di stelle di alcune sottoclassi delle classi  più comuni O-B-F-G-K-M con l'indicazione delle righe di assorbimento dei principali elementi.

Ai seguenti link di spettroscopisti amatoriali sono visibili delle librerie di spettri stellari ripresi con strumentazioni amatoriali:

Fulvio Mete,Italiano,appassionato di spettroscopia e costruttore di numerosi strumenti, responsabile della sezione (spettri stellari ripresi con C.L.A.U.S., spettroscopio stellare a lente cilindrica)

http://www.lightfrominfinity.org/images/Immagini spettri/Spectra images.htm

 
Riccardo Mancini E' uno spettroscopista italiano, che ha realizzato un proprio strumento sul modello di quello di C. Buil C. Buil. Lo strumento ha il vantaggio di essere compatto e facilmente collegabile all' uscita del telescopio.                           .     http://www.utenti.lycos.it/stazrigel/Pag11.htm                                                                                                                                                 

Cristian Buil :Francese, uno dei maggiori esponenti della spettroscopia amatoriale, e costruttore di varie tipologie di spettroscopi (LHires 2 e LHires 3 per citare i più perfomanti)

http://www.astrosurf.com/buil/lhires2/lhires2.htm

Maurice Gavin, Inglese, autocostruttore di uno spettroscopio stellare (WPO) ed autore di una vasta libreria di spettri di stelle e DSO

http://www.astroman.fsnet.co.uk/spectro.htm

 

Spettri di stelle delle varie classi, stelle Be, stelle peculiari, novae e supernovae si possono trovare al link dell'osservatorio "G.Schiapparelli" di Campo dei fiori di Varese, al settore spettroscopia , coordinato dea P.Valisa.Trattasi di osservatorio con strumentazione professionale, ma comunque di particolare interesse per l'amatore.

http://www.astrogeo.va.it/astronom/spettri/spettri.htm

Vittorio Lovato

Spettri di stelle delle varie classi con uno spettroscopio a prisma autocostruito al link:

http://www.astrotethys.org/didattica/Lavori%20di%20spettroscopia%20stellare.htm

 (Nel testo, laddove si parla di potere risolutivo del prisma, la riga  di riferimento  convenzionale non è l' H-alfa, bensì l'H-gamma)

Osservatorio Astronomico del Monte Baldo

L'Osservatorio, gestito dal Circolo astrofili Veronesi, mette a disposizione  sul proprio sito web Interessanti notizie sulla spettroscopia in generale ed i dati di spettroscopia stellare concernenti le osservazioni effettuate con uno spettroscopio Sbig DSS7.Il link è (andare su ricerca- spettroscopia):

http://lnx.osservatoriomontebaldo.it/

 

 

 

 

 

Stelle di tipo Be

Sono stelle di tipo B (10.000°K) caratterizzate da importanti eiezioni di masse gassose che contribuiscono all' allargamento delle righe. Alcuni spettri presentano un eccesso di infrarosso, il che testimonia la presenza di polveri intorno all' inviluppo di gas circumstellare. Sono supposte fasi di transizione verso le Wolf_Rayet.

Le righe di emissione possono essere spiegate dalla presenza di un inviluppo di idrogeno, posto ad una distanza che di 5 -15 raggi stellari, ed eccitato dai raggi ultravioletti emessi dalla stella. Per di più queste stelle sono dotate di una elevata velocità di rotazione (100-200 km/sec. all' equatore), il che determina profili di righe allargati per effetto Doppler.La prima stella ad essere  riconosciuta come Be, grazie alle linee in emissione, fu Gamma Cassiopeae, osservata nel 1866 da padre Angelo Secchi.

Gamma Cassiopea, facilmente visibile nell'omonima costellazione è infatti una stella molto particolare, dalla temperatura elevata ( superiore ai 20.000 °), variabile e che si supponeva anche doppia spettroscopica con una compagna molto debole,una stella di neutroni, cosa che avrebbe giustificato anche la notevole emissione nel dominio X.Le ricerche recentemente effettuate non hanno tuttavia confermato l'esistenza della compagna, e si suppone ora che la forte emissione termica ed  X sia dovuta a delle vere e proprie eruzioni magnetiche con lobi di gas caldissimi (100 milioni K) , per certi versi simili alle eruzioni solari ma in scala enormente più grande. Il periodo di tali eruzioni dovrebbe essere 27 giorni ed il meccanismo dell'emissione X non è ancora chiaro.L'immagine sottostante mostra lo spettro di Gamma Cassiopea ripreso da Fulvio Mete con un telescopio Schmidt Cassegrain da 36 cm a f 7 ed un reticolo di diffrazione a trasmissione applicato , a mò di filtro, al naso da 31,8 di una camera CCD.Particolarmente evidenti le righe di emissione dell'idrogeno Alfa e Beta.Il software di gestione è stato Astro Spectrum di Ivaldo Cervini (vedi pagina software).

                                                                

 

   
   
Spettro della K-Draconis, stella Be gigante blu nell'omonima costellazione, che si presume abbia esaurito il combustibile nucleare e si avvii alla fase di gigante rossa.Si nota la forte riga di emissione dell'idrogeno alfa., oltre alle righe di assorbimento della serie di Balmer del'idrogeno.

Una delle più conosciute stelle BE: Beta Lyrae

Beta Lyrae e' un sistema multiplo le cui componenti principali sono due stelle ravvicinatissime (il sistema viene definito "a contatto") che orbitano una attorno all'altra su un piano di poco inclinato rispetto alla nostra linea di vista. Di conseguenza le due stelle si eclissano periodicamente, producendo una variazione della luminosita' apparente di circa una magnitudine.L'indagine spettroscopica ci permette di individuare, anche a livello amatoriale, le caratteristiche del sistema e la sua evoluzione nel tempo.

Nell'Immagine sovrastante è mostrato lo spettro della stella come si può ricavare da una normale strumentazione amatoriale (rifrattore apo 115/f7; camera DMK 41 AS; reticolo a trasmissione da 100 l/mm "Star Analyser") con sole 20 immagini da 2 secondi l'una: risultano evidenti le righe di emissione Ha e He1.Tuttavia la parte più interessante dello spettro della stella, il profilo particolare della riga Ha e le sua evoluzione possono essere mostrati solo da uno spettroscopio di maggior potere dispersivo e risolutivo.

Particolarmente valido ed interessante, al riguardo, il lavoro svolto dall'astrofilo Paolo Berardi al link:

http://quasar.teoth.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=13:spettroscopia-amatoriale-beta-lyrae

 

 

 

Stelle di tipo Wolf-Rayet

Sono stelle molto calde (~ 50.000°K), molto massive e luminose, che eiettano importanti quantità di materia, con una velocità considerevole (v ~ 2500 km s-1), contribuendo all’ arricchimento del mezzo interstellare .Il loro spettro è caratterizzato dalla presenza di righe di emissione molto larghe e molto intense di Elio, carbonio e nitrogeno
 

 

   
     
 
Spettro della WR 137: 19h46m16s | +28°16'19" - (type spectral WC7, mag.vis: 7.95)

L'osservazione della stella di Wolf Rayet 136 in NGC 6888 è riportata sul sito web di Fulvio Mete al link: http://www.lightfrominfinity.org/Ponte%20di%20Nona/Peculiary%20stars/Stelle%20peculliari.htm
 

 
 

Stelle al Carbonio e metalli pesanti

Interessanti sono anche le stelle di tipo C ed S. Le prime sono stelle al Carbonio, giganti fredde (normalmente da 2000 a 3000° K) molto rosse e circondate da materia circumstellare carbonata in espulsione. Questa materia, ricca di composti carbonati, si presenta sotto forma di involucri, dischi, nubi... Queste stelle sono, di norma, irregolari o semi-regolari.
Molto importante è lo studio del rapporto di intensità tra il Carbonio e l’ Ossigeno che determina la generazione di famiglie di composti diversi. Le stelle di tipo S sono molto simili alle prime ma il loro spettro è ricco di elementi metallici pesanti che sono sintetizzati dalla cattura lenta di neutroni (ref. 5), meccanismo efficace di formazione di atomi oltre il ferro, alternativo a quello delle supernovae.

 

Stelle pulsanti di tipo Delta-Scutii

Altra categoria di stelle sono quelle pulsanti le cui variazioni forniscono informazioni sulla struttura interna della stella e sulla asterosismologia. In quest’ ultima categoria abbiamo le stelle del tipo Delta Scutii. Sono stelle pulsanti, di tipo A o F precoce, nel diagramma H-R sono poste alla base di instabilità delle Cefeidi. Il progetto ARAS è inserito in uno studio più generale di correlazione tra pulsazione, rotazione, diffusione radiattiva, binarità e composizione chimica. Vengono studiate l’ occorrenza di pulsazioni anche nei sistemi binari e multipli e i modi di pulsazione radiale e non radiali.
L’ analisi globale dello spettro fornisce la composizione chimica completa della stella, mentre l’ analisi dettagliata delle righe dell’ Idrogeno permette la determinazione della temperatura superficiale, dalle righe del Ferro neutro (FeI) si ottiene la velocità di rotazione, dal Ferro ionizzato (FeII) si ottiene indicazione della gravità superficiale.
 

 

 

 

 

                                Stelle Binarie spettroscopiche

                      

Una stella doppia  spettroscopica è formata da due (o anche più) stelle che non possono essere risolte nemmeno con i telescopi più potenti, ma solo spettroscopicamente (o, in alcuni casi, con sistemi interferometrici) .Le separazioni in gioco sono infatti microscopiche, in alcuni casi di alcuni millesimi di secondo d'arco. L'osservazione spettroscopica è facilitata allorquando le stelle hanno un piano orbitale parallelo alla linea di osservazione   e la velocità radiale di rotazione intorno al comune centro di massa è molto elevata, causando uno shift delle righe di assorbimento per effetto Doppler . In alcune binarie potranno osservarsi le righe di entrambe le stelle, e si vedranno le righe stesse duplicarsi e poi sovrapporsi periodicamente.In altri casi in cui una delle componenti è molto debole, si osserveranno le righe  della stella principale oscillare periodicamente in un senso e nell'altro rispetto alla posizione a riposo. La determinazione dell'orbita delle binarie spettroscopiche passa attraverso la costruzione di un grafico della velocità radiale: più l'orbita è circolare, più il  le curve del grafico di avvicineranno ad una sinusoide: ovviamente più osservazioni vengono effettuate, più il grafico e le misure sono precisi. Nella figura che segue(fonte ESO), è schematizzata la situazione descritta  di due binarie ad eclisse orbitanti intorno al comune centro di massa.Nel punto di quadratura, come si osserva, la separazione delle righe dello spettro è massima.

Per i dettagli di una osservazione spettroscopica amatoriale della binaria Beta Aurigae effettuata nell'ottobre 2009 da Fulvio Mete dall'Osservatorio di Ponte di Nona a Roma , vedere il link:

http://www.lightfrominfinity.org/Ponte%20di%20Nona/Peculiary%20stars/Stelle%20peculliari.htm

Altre osservazioni della medesima binaria effettuate da Paolo Berardi nel mese di dicembre 2009 dall'Aquila si trovano al link:

http://quasar.teoth.it/index.php?option=com_content&task=view&id=281&Itemid=81

Paolo Berardi ha anche svolto, nel luglio 2010 un'interessante e completa indagine sulla binaria spettroscopica ad eclisse Beta Lyrae , con due componenti principali  di classe B.Beta Lyrae è uno degli oggetti stellari più interessanti per l'osservazione spettroscopica, dato che questa permette di accedere alla conoscenza di  particolari inaccessibili alle altre discipline, fotometria compresa, e di meglio comprendere la complessa struttura fisica del sistema.Le caratteristiche righe di emissione dell'idrogeno e dell'elio della binaria possono inoltre essere riprese anche con strumenti modesti, ovvero semplici reticoli a trasmissione , da 100 o 200 l/mm, come specificato nel testo del report.Il lavoro  mostra anche il notevole livello  cui possono pervenire le osservazioni di astrofili impegnati e motivati.Nell'immagine seguente è mostrata l'evoluzione del profilo della riga Ha della stella durante una serie di osservazioni dal 27 giugno al 9 luglio 2010, ripresa con uno spettroscopio LHires III.

 

Il link del testo completo dell'articolo  è:

 http://quasar.teoth.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=13:spettroscopia-amatoriale-beta-lyrae

 

 

 

 

 

Raccolta di librerie di spettri stellari

Una vasta raccolta di librerie di spettri stellari e di articoli professionali concernenti spettri di stelle di ogni tipo può essere rinvenuta al seguente  link  del Dipartimento di astrofisica dell'Università Complutense di Madrid:

http://www.ucm.es/info/Astrof/invest/actividad/spectra.html

 

 

                                                                Spettri di Nebulose planetarie

Lo spettro delle nebulose, di emissione e planetarie, è molto diverso da quello delle stelle,in quest'ultime, in particolare, predominano le righe di emissione dell'OIII e quelle della serie di Balmer dell'Idrogeno, specialmente l'Ha.Uno strumento poco sofisticato, ma comunque idoneo alla ripresa di tali oggetti è un reticolo a trasmissione di poche l/mm (in genere 100-200) capace di evidenziarne le righe di emissione, per le planetarie più piccole e più luminose,e le relative immagini nelle bande di emissione per quelle più grandi.Un esempio di quest'ultimo tipo di spettro è quello della famosa nebulosa  planetaria della Lira, M57

                      

Nel caso, invece, di NGC 7027 in Cygnus,che è una planetaria molto piccola e luminosa dato che sottende 18 x 11 secondi d'arco lo spettro a bassa risoluzione reca evidenti tutte le righe in emissione della serie di Balmer dell'Idrogeno, quelle dell'OIII e dell'Elio .Caratteristica della nebulosa è una luminosità superficiale particolarmente alta sia nel visibile che nell'IR, al limite superiore delle PN.Altra caratteristica peculiare dell'oggetto è quella di essere circondato da una spessa nube molecolare, e, infine di possedere uno spettro particolarmente ricco dall'UV, al visibile ed all'IR.Notare come l'apertura dello strumento utilizzato, un C14 ad f 7,e le modestissime dimensioni  dell'oggetto abbiano consentito di visualizzare, in questo secondo esempio di spettro,parecchi altri elementi oltre a quelli ,più facilmente visibili nelle planetarie,dell'OIII dell'Ha.Entrambi gli oggetti sono stati ripresi da Fulvio Mete con un reticolo a trasmissione da 100 l/mm, la prima con un C11, la seconda con un C14, entrambi aperti a f 7.

                     

Un buon catalogo di spettri di nebulose planetarie è rinvenibile al link:

http://www.williams.edu/Astronomy/research/PN/nebulae/